Dal 1 al 4 Agosto 2017: Il grande impero degli Inca. Mostra di costumi tipici dei paesi andini

Al Milano Latin Festival una mostra di abiti tipici del Grande imperio degli Incas – L’Impero del Sole

L’evento fa parte del progetto del Museo “Antonio Raimondi”, ideato e coordinato di Hector Villanueva e la sua moglie l’Ingegnere Patrizia Adamo nel 1998 in collaborazione con CIRCLA (Centro di Integrazione permanente di Rappresentanza della Comunità LatinoAmericana) e FEURAFederazione Euro Andina, con la collaborazione dell’Associazione CIP, il Gruppo DE MI PUEBLO PARA TODO EL MUNDO ( Pavia), VIVA ECUADOR, MI BOLIVIA e altre Associazioni dei paesi dell’America Latina e Caraibi.

La collezioni di abiti tipici del Grande imperio degli Incas – L’Impero del Sole è uno strumento di integrazione dei Popoli e Culture dell’America Latina e il Mondo.

PROGRAMMA

1 Agosto 2017 [dalle 18,30] – Inaugurazione con la presentazione di un video delle attività di laboratorio di tessitura e ricamo, mostra di abiti tipici, presentazione del laboratorio di musica, canti e balli e per finire un momento conviviale.

2 Agosto 2017 – Festa del Folclore e delle Tradizioni

3 Agosto 2017 – Festa delle Danze Folcloristiche

4 Agosto 2017 – Festa delle Tradizioni Andine

Il Museo Raimondi si occupa in modo particolare di promuovere e diffondere la cultura dei Popoli e Culture del Mondo per creare un dialogo e ponte con i paesi di origine valorizzando la richezza dei valori delle antiche civiltà, rivitalizzare e divulgare le tradizioni storiche oltre che rappresentarle in Italia e all’estero mediante scambi culturali basati sulle tradizioni.

Per gli Incas il lavoro tessile decorativo simboleggiava sia la ricchezza che lo status e i migliori tessuti divennero tra i più apprezzati di tutti i possedimenti, ancora più preziosi di oro o argento.
I tessitori Inca erano tecnicamente i più abili che le Americhe avessero mai visto ed i migliori tessuti erano considerati i doni più preziosi.

Grazie alla secchezza dell’ambiente andino, vi sono molti esempi di tessuti provenienti dagli altopiani e dai luoghi di sepoltura di montagna.
Inoltre, i cronisti spagnoli hanno spesso fatto disegni di tessuti ed abbigliamento così da avere un vasto quadro delle varietà in uso all’epoca.

LA STORIA DEGLI INCAS

Gli Incas costituivano originariamente una tribù guerriera che abitava le regioni e gli altopiani nel sud della Cordigliera Peruviana.
Secondo la leggenda, il primo imperatore, Manco Capac, era stato mandato sulla terra dal padre, il diosole, intorno al XII secolo dell’era cristiana e si era stabilito a nord del lago Titicaca (dove sorge Cuzco).
Circa per 300 anni gli Incas si scontrarono con le tribù più vicine.
Il regno degli Incas iniziò sotto Viracocha e proseguì sotto il figlio Pachacuti fino alla conquista dell’intero lago Titicaca.
Attorno al 1437 i territori degli Incas si allargarono oltre Cuzco conquistando le zone vicine.
Pachacuti Topa arrivò a sottomettere il potente regno costiero e si spinse verso sud lungo le Ande.
Nel 1493 l’impero comprendeva l’attuale Colombia.
Nel 1527 si scatenò una lotta per la successione tra Huascar e Atahuallpa. Ne uscì vincitore Atahuallpa che fece uccidere il fratello.
La guerra civile aveva indebolito fortemente l’impero che diventò facile preda per i conquistadores spagnoli sotto il comando di Francisco Pizarro.

IL TERRITORIO

Gli Incas vivevano in un territorio, poco più vasto dell’attuale Perù, che è dominato dalle grandi catene montuose delle Ande.
La maggior parte dell’impero era costituito da catene montuose oltre i 3000 metri d’altezza. Al di là delle catene costiere le piogge sono scarsissime ma i venti dell’est soffiano sopra le grandi giungle amazzoniche, essi scaricano le piogge via, via che si alzano verso le vette delle grandi catene montuose.
Il terribile deserto è tagliato da pochi fiumi che alle foci sono popolati da alcuni animali: leoni marini, foche e balene.

Ci sono grandi differenze climatiche tra i freddi altopiani e le calde e umide foreste pluviali del bacino amazzonico e la zona costiera influenzata da una corrente fredda che bagna la costa abbassando la temperatura per molti mesi. Questo territorio era abitato da due tipi di popolazione: quella che viveva sulla costa e quella che viveva lungo le falde delle vallate e sugli altopiani. Machu Picchu fu una delle più grandi e importanti città incaiche degli altopiani.

LA SOCIETA’ INCAICA

La società incaica era ben ordinata. Ognuno, dal Sapa Inca, al contadino, conosceva la sua posizione sociale, le sue responsabilità e i suoi compiti.
Nel gradino più alto c’era il Sapa Inca (imperatore)  e la sua Coya (moglie) cui era affidato il potere.
Sotto di loro vi era il sommo sacerdote e il comandante dell’esercito.
Di livello altrettanto elevato erano i quattro APO: i governatori dei quattro cantoni.
Tutti questi erano  discendenti dei vecchi Sapa Inca, infatti, le più alte cariche dell’amministrazione spettavano ai membri della famiglia dell’Imperatore.
Questi giudici, generali e altri funzionari formavano i ranghi privilegiati.
Sotto queste classi privilegiate stavano i funzionari amministrativi e altri artigiani: falegnami, spaccapietre…
Però la parte più numerosa della popolazione che formava la base della società incaica, era costituita da semplici famiglie: contadini che lavoravano le terre.

IL SAPA INCA

Il titolo di Sapa Inca  significa “l’unico imperatore”.
Quando il Sapa Inca  saliva al trono doveva sposarsi con sua sorella maggiore, che veniva chiamata Coya (regina ).
Il loro primo figlio a sua volta sarebbe diventato il futuro Sapa Inca .
Il Sapa Inca poteva avere anche piu’ di una moglie. L’imperatore era un sovrano assoluto. I consiglieri che sceglieva il Sapa Inca, potevano aiutarlo a risolvere i suoi problemi, ma solo le sue parole erano legge.
Doveva preparare i piani per le guerre intraprese in suo nome.
Nessuna città e nessun  edificio poteva essere costruito senza il permesso del Sapa Inca.
Con visite frequenti gli amministratori e i governatori delle provincie lo informavano di tutto quello che  accadeva nel suo impero. Il Sapa Inca viaggiava molto per visitare il suo popolo. Ogni Sapa Inca costruì un proprio palazzo nel centro di Cuzco, dal quale governava il suo paese .
L’imperatore era circondato da oggetti belli, fatti apposta  per lui e veniva servito dalle proprie mogli. Quando il Sapa Inca moriva, il suo corpo veniva mummificato, conservato e tenuto nel  palazzo, dove i servi continuavano a occuparsi di lui come avevano fatto quando era vivo.

AGRICOLTURA

Al tempo degli Incas la popolazione residente era più numerosa di oggi quindi la produzione del cibo era un problema importante.
L’attività principale di questo popolo era l’agricoltura: si coltivavano soprattutto le patate e il mais, un vegetale ancora sconosciuto in Europa, che cresceva bene anche sugli altipiani delle Ande.
I prodotti della terra servivano in parte al mantenimento dei membri delle piccole tribù legate da vincoli di parentela.
Ogni famiglia passava il proprio tempo a lavorare le terre del sole. Questo era il dovere religioso più importante di ogni capo famiglia.
Persino i bambini dovevano lavorare. I ragazzi lavoravano nei campi, facendo scappare uccelli e animali dalle terre coltivate, mentre le bambine lavoravano a casa. Un ispettore di tanto in tanto visitava le campagne per valutare il quantitativo di grano da versare come tributo allo Stato. Il raccolto del granturco, veniva conservato in piccoli magazzini statali. Se il raccolto andava male, si prelevavano le scorte alimentari dai magazzini in modo che nessuno soffrisse la fame.
Ogni pezzetto di terra veniva coltivato. Ottenevano raccolti abbondanti concimando la terra con pesci ed escrementi di uccelli.

TERRAZZAMENTI

Nelle regioni montuose, gli abitanti dei villaggi non solo coltivavano le valli dei fiumi ma costruivano terrazzamenti irrigati chiamati ANDENES lungo i fianchi delle colline. Innalzavano muri di pietra attraverso i pendii e colavano di terra la zona tra un muro e l’altro.
Le montagne sembravano gigantesche scalinate, tutte verdi al momento della crescita delle colture. Le sorgenti di montagna venivano deviate e fatte scorrere lungo le terrazze. Qua e là, attraverso i canali d’acqua, erano poste lastre di pietra di sbarramento, che potevano essere sollevate per irrigare attorno ogni appezzamento di terreno.
L’autorità centrale mandava esperti incaricati dal governo che supervisionavano la selezione e là semina delle messi, e insegnavano ai contadini le tecniche di drenaggio, fertilizzazione e terrazzamento. Gran parte del raccolto veniva requisita per le esigenze della famiglia imperiale o immagazzinata in vista di distribuzioni pubbliche in caso di emergenza

L’ALLEVAMENTO

Molto importante era l’allevamento di lama, alpaca e vigogna.
LAMA erano utilizzati come bestiame da soma, mentre gli ALPACA venivano addomesticati e allevati principalmente per ricavare la lana.
Nei pascoli si ammassavano greggi di ALPACA, (che sono un tipo di lama come i vigogna), la cui lana forniva indumenti per quasi tutta la popolazioni.
La VIGOGNA SELVATICA veniva cacciata soltanto per ordine del Sapa Inca, che era l’imperatore. La fine lana dei VIGOGNA era riservata agli indumenti d’Inca e dei funzionari più importanti.

PESCA

Le popolazioni incaiche si nutrivano di pesce che i pescatori pescavano su delle zattere. Catturavano il pesce con degli ami ma anche con delle reti chiamati scorticarie.

NAVIGAZIONE

Da molte città costiere salpavano grandi zattere in legno di balsa (legno sottile). Ognuna era dotata di una grande vela bianca di stoffa e ai lati di due file di rematori. Grandi quantitativi di merce di scambio venivano trasportati in questi vascelli lungo la costa.

ARTIGIANATO

Gli artigiani inca producevano ceramiche, tessuti, ornamenti di metallo, utensili in bronzo e armi con belle decorazioni. I vasai facevano orci e vasi secondo disegni tradizionali e gli orafi lavoravano in oro ed argento oggetti favolosi per adornare palazzi e templi.
Alle persone anziane erano affidati lavori leggeri come la raccolta di legna da ardere e l’istruzione dei bambini.

ATTIVITA’ FAMILIARI

Tutti i membri della famiglia lavoravano. Tutti aiutavano nei lavori dei campi all’epoca della semina e del raccolto.
Ma c’erano anche molti altri lavori. La madre faceva abiti per tutta la famiglia con la lana di alpaca, che lei e le figlie avevano filato e tinto. Gli uomini intrecciavano l’erba per le calzature o ritagliavano la pelle di lama per fare robusti sandali. Le donne intrecciavano i canestri usati per trasportare carichi sul dorso. La maggior parte dei tegami e degli utensili di legno erano  fatti in casa. Nella casa andina non c’erano nè letti nè sedie.
La famiglia dormiva su stuoie e si sedeva sui calcagni per lavorare e mangiare.
Il pasto principale della giornata veniva consumato la sera. In genere si trattava di uno stufato fatto con patate, granoturco, fagioli e altre verdure, aromatizzato con spezie piccanti. Si arrostivano anche le pannocchie di granoturco.
In occasioni speciali si mangiava la carne dei porcellini d’India. La maggior parte delle famiglie viveva sulle terre che coltivava.
Le case erano fatte di blocchi di pietra irregolari e le fessure del muro erano chiuse con argilla. Dato che nessuno rubava il cibo o le cose altrui, non c’erano le porte come le intendiamo noi. Per isolarsi dal vento bastava una pelle di animali o una tenda di stoffa.

FILATURA E TESSITURA

Sono stati trovati solo pochissimi resti di tessuti incaici; la maggior parte sono marciti con il passare dei secoli nel clima umido degli altipiani. Tuttavia dai frammenti che rimangono si può dedurre che gli Incas erano abili tessitori.
Fin dalla tenera età tutte le fanciulle imparavano a filare e a tessere e anche a raccogliere piante da cui estraevano le materie coloranti per tingere la lana di alpaca. La lana veniva tinta prima della filatura, poi tessuta in pezze di stoffa calda e soffice e infine cucita per farne abiti. La stoffa era generalmente in tinta unita, a volte con una riga o con semplici motivi geometrici intessuti.
La stoffa per gli abiti della famiglia del Sapa Inca era molto più elaborata. Veniva tessuta da tessitori di professione e dalle Vergini del Sole, che erano le sarte dell’Imperatore e che avevano anche il compito di vegliare il Tempio del Sole.

Per questi si usava la lana serica della vigogna che veniva tinta in colori vivaci. I disegni erano complicati, geometrici, spesso ripetuti su tutto il pezzo di stoffa.

ABITI E ORNAMENTI

La stoffa e la decorazione degli abiti che venivano indossati dal popolo incaico cambiavano a seconda del loro rango, ma il tipo di abbigliamento era sempre lo stesso. Gli uomini portavano una tunica che arrivava circa ai ginocchi, sulle spalle spesso c’era un grande mantello aperto sul davanti.
Ai piedi venivano messi dei sandali di cuoio o calzature d’erba.
Le donne mettevano vestiti lunghi, che arrivavano circa fino alla caviglia, certe volte indossavano una cintura molto larga e una mantellina di lana fina.
Sui cappelli mettevano un pezzo di tessuto ripiegato, che scendeva fino sulla schiena.
Nelle regioni montuose tutti gli abiti erano fatti di lana, ma nelle zone costiere si portavano vestiti più leggeri, di cotone.

LIVELLO CULTURALE DEL POPOLO INCA

Gli Incas erano un popolo di indios di lingua “quechua” che aveva costituito un vasto impero sulle Ande. La civiltà Inca non conobbe l’uso della scrittura né quello della ruota. Nonostante l’arretratezza tecnologica gli Inca costruirono imponenti edifici in pietra: templi, palazzi, fortezze (ad esempio il complesso di Machu Picchu o il Tempio del Sole a Cuzco), ponti sospesi di corda (alcuni oltre i cento metri di lunghezza), canali di irrigazione e acquedotti.

LE CITTA’ INCAICHE

Le città incaiche erano molto diverse dalle nostre che comprendono negozi uffici e abitazioni. Nelle città incaiche vivevano pochissime persone; la gente in gran parte viveva nei villaggi circostanti. La città era quasi esclusivamente solo centro di governo. Qui erano conservati i dati riguardanti i piccoli paesi circostanti.
I funzionari locali si recavano in centro per riferire le notizie sulla situazione dei villaggi. La città, in caso di problemi, poteva richiedere aiuto alle popolazioni circostanti. In caso di carestia, le scorte venivano registrate dai “Quipucamayoc“, i contabili incaici.
In ogni città il Sapa Inca aveva a disposizione un palazzo che veniva utilizzato dal governatore. Sulle strade principali della città vi si trovavano le stazioni dei “Chasquis” i quali consegnavano messaggi provenienti da tutti i posti dell’impero. C’erano anche i magazzini per i tributi, che venivano accumulati sotto forma di prodotti della terra.
C’erano quartieri artigianali dove orefici, carpentieri,  tessitori e altri vari esperti artigiani producevano oggetti speciali per l’imperatore e per i templi.
Un edificio importante era il Tempio del Sole; questo infatti veniva onorato come dio. Accanto al tempio vi era l’”Acllahuasi“, dove vivevano le vergini del sole.

LA RELIGIONE

La religione incaica era il frutto della fusione di tre matrici culturali diverse: la civiltà di TIAHUANACO, quella propriamente Inca e quelle delle tribù costiere mochica e chimù.

C’erano tre divinità supreme: una era il dio-bambino Viracocha “ schiuma del mare”, inconoscibile, creatore sovrano di tutti gli esseri viventi, del sole della luna e delle stelle; un altro dio era Pachacamac, dio della luna in tutto simile all’uomo; il terzo Inti, il sole creatore degli Incas, sposo di Mama  Quilla (mamma luna) e padre, oltre che di Manco Capac (l’uomo potente), anche di mama Oello (mamma Uovo), sua sorella e moglie.
La leggenda narra che Manco Capac e mama Oello erano partiti dal lago Titicaca con una bacchetta d’oro consegnata loro dal padre Inti e avevano fissato il punto in cui si sarebbero stabiliti, e lì sorse Cuzco. Gli inca-sovrani erano perciò ritenuti discendenti del Sole e divinità a loro volta.

Ma il Pantheon comprendeva anche molte altre divinità particolari, di tipo ANIMISTA, che ricordano da vicino l’antica religione latina in quanto attribuiva un dio (huaca) a ogni villaggio clan e famiglia. Cerimonie e rituali erano numerosi e molto elaborati, connessi primariamente con i cicli agricoli e la cura della salute; nel corso del loro svolgimento venivano sacrificati animali vivi (i sacrifici umani erano meno frequenti).
Le feste più grandi cadevano ai due solstizi: le Intip Rayami, in onore di Inti, si protraevano per otto giorni.
Del ricco insieme di usanze, narrazioni e musiche inca, sopravvivono oggi solo scarsi frammenti.

Gli Incas celebravano la “Festa del Nuovo Anno”. Si riunivano nella campagne e abbandonavano le città. Il resto della popolazione si riuniva nella piazza vicina al tempio. All’interno del sacro edificio l’Inca (l’imperatore) si toglieva la corona (una semplice fascia frontale decorata con un simbolo sacro) e pregava il Sole per tutta la notte. Poi quando i raggi del sole nascente inondavano il tempio, egli usciva sulla piazza incontro a un candido lama. Parlava all’animale e gli affidava un messaggio per gli dei. Poi il lama veniva condotto a morire sulla montagna perché portasse il suo messaggio al sole. Allora la gente danzava e bevevano chicha (birra di granoturco).

LA FINE DELL’IMPERO INCAICO

Nel 1530 un soldato Spagnolo fu incaricato di formare un esercito di soldati per effettuare una spedizione nel sud America per impadronirsi della presunta enorme quantità d’oro. Questo soldato portava il nome di Francisco Pizarro.
Dopo due tentativi non riusciti, Pizarro sbarcò sulla costa Peruviana. Trovò il paese distrutto da una guerra civile tra Huascar, il legittimo erede e il fratellastro Atahuallpa, che tentava di prendere il posto di Sapa Inca. I soldati di Atahuallpa avevano appena catturato e imprigionato Huascar.

In un primo momento gli Incas furono incuriositi dall’arrivo degli Spagnoli e di paura non ne avevano. Huascar e i suoi  seguaci li accolsero benevolmente pensando fossero persone venute dal cielo per punire Atahuallpa. Lui stesso accolse Pizarro e i suoi uomini  a Cajamarca sicuro di non avere nulla da temere vista la maggioranza di uomini a sua disposizione. Ma Atahuallpa venne catturato da Pizarro  e gli Incas furono spaventati dai cannoni e dai cavalli e non riuscirono a resistere all’attacco a sorpresa degli Spagnoli.

Da quel momento cominciò il declino del impero incaico. Pizarro tolse molta parte del potere agli Incas i coloni spagnoli conquistarono tutte le terre incaiche.

 

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